MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Tra Realismo e Avanguardia

Un percorso nell’Impressionismo russo

20.01  -  26.03.2006

Il MAN presenta, per la prima volta in Sardegna e sola sede in Italia, Tra Realismo e Avanguardia.Un percorso nell’Impressionismo russo. Opere dal Museo Statale di San Pietroburgo.

La mostra illustra un percorso nella pittura russa della fine del XIX e il principio del XX secolo attraverso un’importante selezione di opere provenienti dalla Collezione del Museo Statale di San Pietroburgo che raccontano la specificità dell’impressionismo russo in relazione a quello francese, evidenziandone le peculiarità legate alla cultura e tradizione autoctona.

L’evento, nato da un’idea di Cristiana Collu, direttore del MAN, e curato da Marta Sierra, è realizzato con la coproduzione della Fundaciò la Caixa di Girona e rappresenta un’opportunità unica per comprendere l’importanza del movimento impressionista in Russia e conoscere artisti poco noti nel nostro paese. I testi del catalogo sono redatti da Vladimir Leniashin e Natalia Novosilzov, autrice quest’ultima di importanti studi su tutta la pittura russa dal XII al XX secolo e docente presso l’Università Autonoma di Barcellona.

Sebbene l’impressionismo venga tradizionalmente identificato come una corrente artistica francese della fine del XIX secolo, è noto che si estese a diversi paesi europei e americani. Gli artisti russi, soprattutto i borsisti presso le botteghe e le accademie parigine, non furono estranei a questa influenza che anzi accolsero e modificarono sulla base della loro personale sensibilità e cultura. L’impressionismo russo ha la sua origine nel realismo, a cominciare dal 1870, quando pittori come Repin o Pojitonov, nel tentativo di avvicinare l’arte alla vita, iniziarono a giocare con la luce nelle loro tele e utilizzarono le tecniche dell’impressionismo per arricchire la pittura del realismo, dando vita a quello che comunemente si definisce “impressionismo realista”.

Tuttavia, negli artisti non c’era ancora la piena consapevolezza che si trattasse di un nuovo modo di vedere l’arte. E inoltre, l’autonomia visiva dell’impressionismo, la sua noncuranza dei problemi umanistici tradizionali e il modo passionale di dipingere, furono interpretati come una sorta di rinuncia ai nobili ideali dell’illuminismo seminando dubbi e inquietudine tra il pubblico e la critica.

Se durante gli anni Settanta dell’Ottocento l’impressionismo in Russia fu un movimento latente e al servizio del realismo, nel decennio seguente divenne corrente artistica autonoma con una sua propria etica ed estetica, i cui padri furono Vasiliev, Serov e Grabar, tutti rappresentati in questa mostra. I tradizionali segni della pittura impressionista: le tonalità chiare, la pennellata libera, le ombre e la frammentazione dei colori, si ritrovano nell’opera di moltissimi artisti, come Borisov-Musatov, Levitan e Feshin. L’impressionismo russo però va oltre le questioni esclusivamente plastiche e tecniche: i pittori, nelle loro opere, parlano della vita quotidiana.

Al principio del XX secolo fiorì l’essenza creativa e impressionista dell’arte russa, che pur mantenendo tutti i tratti comuni all’impressionismo europeo, li plasmò attraverso il suo carattere nazionale presentandosi come un’interessante fusione della tradizione con la modernità. In quello stesso arco di tempo l’impressionismo si diffuse sia tra gli artisti del realismo che tra quelli che più tardi saranno protagonisti del cubismo e futurismo. Questo fenomeno si osserva nel neoprimitivismo postimpressionista di Goncharova o nell’avanguardista Larionov. Anche Malevich, in questo stesso periodo, ricreò atmosfere impressioniste nella sua opera, facendone una tappa significativa del suo percorso artistico. In Russia, gli anni ripercorsi da questa mostra sono stati particolarmente ricchi e intensi per tutte le arti.

La letteratura, la danza, la musica, il teatro vissero, insieme alle arti plastiche, un periodo di grande trasformazione e creatività, con una straordinaria interazione tra le diverse discipline. È definito appunto età d’argento, quel periodo di tempo che, secondo Natalia Novosilzov, può essere considerato come una sorta di rinascimento culturale che «si è distinto in maniera particolare per l’attiva coesistenza e la relazione molto intensa e appassionata tra i diversi rami dell’arte, della filosofia e della poesia».

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