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Marino Marini

Cavalli e Cavalieri

14.12.2012  -  24.02.2013

Il tema “Cavalli e cavalieri” è oggetto di due mostre parallele curate da Lorenzo Giusti, direttore del Museo MAN, e da Alberto Salvadori, direttore del Museo Marino Marini. Un tema profondamente sardo declinato, da un lato, dall’artista del nostro Novecento che più di ogni altro lo ha rappresentato, Marino Marini, e dall’altro attraverso lo sguardo di alcuni artisti contemporanei, autori di opere in video in cui la tematica del cavaliere è riletta in chiave attuale, secondo punti di vista e prospettive diverse e che, nell’insieme del progetto, costituiscono una sorta di testo critico per immagini.

Mario Marini

Prima retrospettiva dedicata al lavoro di Marino Marini in Sardegna, la mostra “Cavalli e cavalieri” nasce dalla constatazione di un diffuso ritorno di interesse per l’opera dello scultore toscano, maestro conclamato dell’arte italiana del Novecento. Dalla creazione delle prime figure archetipiche, di etrusca memoria, attraverso un processo di progressiva compressione delle masse, fino alla scomposizione geometrica delle figure, la mostra descrive una parabola formale di straordinaria intensità, in linea con le più aggiornate tendenze internazionali e allo stesso tempo profondamente originale.

Quindici le sculture di cavalli e cavalieri presenti, tra cui un originale busto di Gentiluomo a cavallo del 1937 che, nel quadro della produzione di Marini, costituisce uno dei primi momenti di riflessione sul tema. Dalla Fondazione Marino Marini di Pistoia provengono i bronzi Piccolo miracolo, del 1955, Piccolo cavaliere, del 1951, Cavallo, del 1945 e l’altorilievo Cavaliere, del 1943. La stessa provenienza hanno anche le due sculture in terracotta Piccolo cavallo, del 1943, e Cavaliere, del 1944. Al 1939 risale invece il Cavallo in bronzo conservato presso il Museo Marino Marini di Firenze, da cui provengono anche lo straordinario Cavaliere del 1947, uno Studio per miracolo del 1953-54, due Composizioni del 1956-57 e l’opera simbolo Due elementi, del 1971, in cui le figure hanno ormai raggiunto una sintesi radicale.

I disegni e le opere grafiche su carta - a china, inchiostro o tempera (alcune delle quali su base litografica, come Cavaliere rosso e Cavaliere azzurro, entrambi del 1978) – illustrano in maniera esaustiva l’evoluzione dell’immagine del cavallo e del cavaliere - viste singolarmente o congiuntamente - nell’opera di Marini, coprendo un arco temporale che dai primi anni Quaranta giunge fino alla fine degli anni Settanta.
Un crescendo di immagini che progredisce verso forme sempre più ricche di soluzioni inedite, di segni essenziali e abbreviazioni linguistiche che subiscono una progressiva sintetizzazione. Una serie di oltre cento lavori in cui il tratto non dà segni di stanchezza, arricchendosi progressivamente di colori sempre più marcati ed espressivi.

La mostra di Marino Marini è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Silvana Editoriale contenente, oltre a un ricco apparato di immagini e un’antologia critica, alcuni nuovi saggi ad opera di Giuliana Altea, Mattia Patti e Francesco Guzzetti, dedicati agli esordi della ricerca sugli uomini a cavallo, alla figura dell’artista umanista negli anni della guerra fredda e all’uso del colore nella
produzione plastica. Il tema “Cavalli e cavalieri” è oggetto di due mostre parallele curate da Lorenzo Giusti, direttore del Museo MAN, e da Alberto Salvadori, direttore del Museo Marino Marini. Un tema profondamente sardo declinato, da un lato, dall’artista del nostro Novecento che più di ogni
altro lo ha rappresentato, Marino Marini, e dall’altro attraverso lo sguardo di alcuni artisti contemporanei, autori di opere in video in cui la tematica del cavaliere è riletta in chiave attuale, secondo punti di vista e prospettive diverse e che, nell’insieme del progetto, costituiscono una sorta di testo critico per immagini.

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