ALFREDO CASALI. Isolitudine

Inaugurazione, 5 dicembre ore 18:30   A cura di Massimo Ferrari e Chiara Gatti   Nel contesto di un anno dedicato a un’ampia e articolata riflessione sul concetto di isola […]
Casali_Isole come nuvole (2)

Inaugurazione, 5 dicembre ore 18:30

 

A cura di Massimo Ferrari e Chiara Gatti

 

Nel contesto di un anno dedicato a un’ampia e articolata riflessione sul concetto di isola – intesa non solo nella sua dimensione geografica, ma come dispositivo semantico, generatore di narrazioni, cosmologie, idealità e utopie – il Museo MAN di Nuoro prosegue il proprio percorso di indagine con la mostra personale di Alfredo Casali, dal titolo Isolitudine,in programma per la stagione invernale.

Dopo Isole Minori. Note sul fotografico dal 1990 ad oggi e Isole e Idoli (in corso fino al 16 novembre), la nuova esposizione si inserisce in un ciclo che esplora il concetto di insularità attraverso visioni differenti, dando voce a prospettive artistiche che interrogano il senso e i perimetri dell’isola, quale idea che diventa luogo, concetto che prende corpo nello spazio.

Esponente di una ricerca pittorica profondamente votata al linguaggio stesso della pittura e alla sua persistenza in un equilibrio esatto fra narrazione e astrazione, fra segno e materia, Alfredo Casali presenta al MAN un nucleo di opere inedite e recenti che affondano nel tema del confine poroso, dell’origine arcaica, del distacco volontario e insieme della riemersione dalle secche delle dimenticanza. Il neologismo “isolitudine” plasma nella sua pittura una condizione esistenziale complessa e affascinante: quella di chi identifica nell’isola – nelle sue coordinate fisiche, ma anche nel suo abitare l’inconscio – una necessitĂ  ancestrale di appartenenza e, insieme, un sentimento melanconico di isolamento.

Veleggiando nei territori dell’identità, della memoria, della percezione di sé e del mondo, l’isolitudine diviene uno stato mentale, una sofferenza appagante del vuoto intorno, la vertigine al cospetto del deserto liquido. Pagine intense della letteratura insulare moderna, da Salvatore Satta a Gesualdo Bufalino, hanno restituito i fossili di una vita vissuta ai margini e comunque al centro, in un microcosmo che è anche l’infinito, in una solitudine che è anche bellezza. In tale acuta tensione fra radicamento e distacco, fra sete d’altrove e orgoglio di quella remota territà teorizzata dall’antropologo Matteo Meschiari, si ritrova una dimensione universale che accomuna popoli lontani, tutti figli di un’isola, tutti abitanti dell’isolitudine.

Alfredo Casali se ne fa interprete in pittura. Sin dalle sue prime opere giovanili, influenzate dall’astrattismo lirico di Gastone Novelli o di Cy Twombly, dalla poesia visiva e da una figurazione sospesa, carica di attese ed erede della lezione silenziosa di Morandi, l’artista ha tratteggiato nello spazio confini minimi, luoghi vitali circoscritti alla dimensione di un quotidiano intimo, sublimati come archetipi domestici: la casa, l’albero, la sedia, la toppa di paesaggio che affaccia sul vuoto del mare o del cielo. Rigore formale, sintesi geometrica e una cura del segno come elemento espressivo e letterario, derivato dalla sua solida formazione filosofica, nutrono una pratica pittorica e un immaginario coerente, profondamente meditato, lento nel gesto, nelle pause, nella scansione dei piani che costruiscono altri vuoti. La sua poetica rarefatta ed essenziale oggi approda alle soglie dell’isola, che è un disegno dai bordi slabbrati sulle mappe della coscienza, una epifania di roccia e sabbia sul piano cartesiano della geografia umana e cosmica.

Alfredo Casali nasce a Piacenza nel 1955, dove oggi lavora e vive. Si laurea in filosofia all’Università di Bologna nel 1983, sotto la guida di Luciano Anceschi. Dopo un articolato percorso tra pittura, poesia visiva e studi teorici, approda a un linguaggio artistico personale, caratterizzato da una ricerca poetica essenziale e dalla ricorrenza di elementi archetipici organizzati in cicli tematici. Tra i primi a riconoscere il valore della sua opera è Giovanni Fumagalli, che lo accoglie nella storica Galleria delle Ore di Milano e lo affianca come guida e maestro tra il 1986 e il 1996. Casali partecipa alla XXXII Biennale d’Arte Città di Milano (1993) e alla Biennale di Cremona (1993 e 1999), e nel corso degli anni espone in numerose mostre personali e collettive. Tra le esposizioni più significative si ricordano la personale al Centro Culturale San Fedele di Milano (2011), la partecipazione alla mostra dedicata a Imre Reiner e all’astrazione internazionale presso il Museo d’arte di Mendrisio (CH), le collettive Sogno e Confine (Galleria Biffi, Piacenza, 2012) e La natura obliqua (Il Chiostro arte contemporanea, Saronno). Nel 2014 espone in una personale alla Galleria Ceribelli di Bergamo. Tra le mostre recenti, nel 2019 è presente allo Studio d’arte del Lauro di Milano e, nel 2023, al MAN_Museo d’arte della Provincia di Nuoro per un progetto condiviso con il Polo Territoriale universitario di Agrigento. La recente mostra allestita nel 2023 al Magazzino del Sale di Cervia dal titolo Alfredo Casali, Giovanni Fabbri. Geografie vita, territorio, storia, anticipa di pochi mesi la grande antologica del 2024 Alfredo Casali. La memoria delle cose, curata da Massimo Ferrari per Volumnia nella navata rinascimentale dell’ex chiesa di Sant’Agostino a Piacenza.

Hanno scritto di lui: Michele Tavola, Franco Fanelli, Sara Fontana, Stefano Fugazza, Ivo Iori, Stefano Crespi, Flavio Arensi, Chiara Gatti, Marina De Stasio, Rocco Ronchi, Giorgio Seveso.

Catalogo ITA/EN Nomos Edizioni

Testi di Massimo Ferrari e Chiara Gatti

Coordinamento Rita Moro

Grafica di Sabina Era

 

 

ALFREDO CASALI. Isolitudine