Mauro Manca, Natura morta con macinino, 1947, olio su tela, 50X60 cm, Comodato RAS – Regione Autonoma della Sardegna
– Rita Moro –
Natura morta con macinino fa parte del corpus di opere della Regione Autonoma della Sardegna entrate in collezione al MAN grazie a un comodato attivato ormai dal 2014.
Datata 1947, l’opera appartiene a una fase cruciale e fortemente sperimentale della ricerca di Mauro Manca, successiva al suo ritorno a Roma. Qui l’artista si confronta con il vivace clima culturale del dopoguerra, animato da un intenso dibattito e dal rinnovato dialogo con le principali correnti di avanguardia europee, che incidono profondamente sul suo percorso.
Il dipinto si inserisce nel periodo neocubista, segnato da una continua rielaborazione dei linguaggi dell’arte moderna. In questi anni Manca assimila le suggestioni del Cubismo e le traduce in una sintesi personale, attenta all’equilibrio tra struttura compositiva, volumi e spazio. La natura morta diventa così un soggetto privilegiato, attraverso il quale l’artista indaga gli oggetti di uso quotidiano, trasformandoli in occasioni di sperimentazione formale.
Il macinino, elemento semplice e domestico, è rappresentato mediante una rigorosa scomposizione delle forme, definita da linee scure e incisive che ne scandiscono l’architettura. A questa costruzione geometrica si affianca un uso intenso e antinaturalistico del colore, steso in campiture compatte e prive di chiaroscuro, evidente richiamo all’esperienza dei Fauves e al loro impiego espressivo del cromatismo.
Queste caratteristiche si inseriscono pienamente nella poetica del Neocubismo, sviluppatosi nel secondo dopoguerra come rielaborazione del Cubismo storico e come suo adattamento alle nuove esigenze espressive. In questa corrente la scomposizione formale convive con una rinnovata centralità del colore, spesso non subordinato alla struttura, e con una costante fusione tra figurazione e astrazione.
Molti artisti che si muovono in questa direzione, Manca compreso, gravitano attorno al Fronte Nuovo delle Arti (1946-1950), nato con l’obiettivo di riconnettere l’arte italiana alle avanguardie europee, superando l’isolamento culturale e la stasi imposti dal regime fascista.

