#7_MANifesto

7 Nov 2025

– Alessandro Moni –

Guardare e restituire: chi racconta chi

Con la conclusione imminente delle mostre Isole e Idoli e Isole Minori e in attesa dell’apertura di Franco Pinna. Sardegna a colori, il MAN chiude idealmente un ciclo dedicato al Mediterraneo come spazio di immaginazione e di sguardo. Un’occasione per interrogarsi su ciò che significa, oggi, rappresentare un territorio, una cultura, un’identità.

Il Mediterraneo è da sempre un paesaggio osservato, raccontato, interpretato — un mare di storie che altri hanno narrato prima che noi imparassimo a riconoscerci nelle sue immagini. L’isola, in particolare, è diventata nel tempo una figura simbolica: luogo di purezza e isolamento, di arcaicità e desiderio. Ma dietro ogni costruzione estetica si nasconde una relazione di potere: chi guarda e chi è guardato, chi racconta e chi viene raccontato.

Oggi, in un tempo di immagini globali, rovesciare questa prospettiva diventa un gesto politico. Non si tratta più di guardare le isole da lontano, ma di riconoscere la molteplicità degli sguardi che le attraversano, restituendo complessità là dove la semplificazione aveva prodotto stereotipi.
Ripensare lo sguardo significa anche ridefinire la geografia del racconto: spostare il centro, lasciare emergere le voci periferiche, accettare che ogni narrazione sia parziale e situata.

In questo senso, il museo può diventare un luogo di restituzione: uno spazio in cui le immagini tornano ai territori da cui provengono, dove chi osserva si lascia, a sua volta, osservare.
Guardare e restituire significa allora riconoscere che ogni immagine è un atto di relazione.
Il Mediterraneo non è soltanto un tema, ma un metodo — un modo di pensare le connessioni, di attraversare le differenze, di tenere insieme le rive.