– Elisabetta Masala –
Il tempo del dialogo
Ogni opera d’arte nasce da un dialogo, da un confronto continuo tra passato e presente, tra eredità e reinvenzione. Alla Royal Academy di Londra, Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945) incontra Vincent van Gogh (Groot-Zundert, 1853) nella mostra Kiefer | Van Gogh.
Nel 1963, a soli diciotto anni, Kiefer viaggia sulle orme del pittore olandese, da Parigi fino ad Arles, in quello che lo stesso Kiefer definisce un ‘viaggio di iniziazione’ volto ad assorbire non tanto umori ed emozioni, bensì la composizione più autentica di quelle antiche opere.
“Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un adolescente, non ero particolarmente interessato all’aspetto emotivo dell’opera di Van Gogh o alla sua vita infelice. Ciò che mi colpiva era la struttura razionale, la composizione sicura dei suoi dipinti”, dichiara Kiefer.
Sessant’anni dopo, questo legame si rinnova in una mostra che attraversa linguaggi e visioni in un confronto ideale, accostando disegni giovanili, grandi tele e nuove opere di Kiefer alle vedute e ai campi di grano di Van Gogh. Entrambi condividono una tensione verso l’assoluto: nei cieli stellati e nei campi dorati, nella materia della pittura e nella luce che li attraversa.
Ma se Van Gogh cercava l’infinito attraverso il colore e la vita pulsante della natura, Kiefer lo interroga con il peso della storia, con la memoria della terra e della cenere. Nei suoi lavori, la luce dei girasoli diventa oro bruciato, la tela si piega alla materia e al tempo.
Questo incontro fra i due maestri non è solo un omaggio: è un modo per vedere Van Gogh attraverso gli occhi di un grande maestro contemporaneo, ricordando che ogni gesto artistico nasce da un’eredità e la rinnova. Come accade anche nei percorsi didattici e nelle mostre del MAN, come Giotto | Fontana. Lo spazio d’oro, dove il confronto tra epoche è stato occasione per riflettere sulla continuità dei grandi temi dell’arte: la luce, lo spazio, il sacro. Dal fondo oro delle tavole medievali ai tagli di Fontana, la pittura attraversa i secoli come un’unica, ininterrotta ricerca sull’infinito.

