6#_Contemporanea

5 Giu 2025

Maria Lai. Un viaggio in America

Elisabetta Masala

A Cold Spring, nello stato di New York, esiste un museo e centro di ricerca unico nel suo genere, dedicato all’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. Progettato dall’architetto Miguel Quismondo e immerso nel paesaggio della Hudson Valley, Magazzino Italian Art non è solo un luogo in cui la natura dialoga con l’arte, ma è un riferimento internazionale per l’Arte Povera con una collezione considerata tra le più grandi e complete al mondo. 

È proprio qui che si tiene la prima grande retrospettiva americana dedicata a Maria Lai, intitolata Maria Lai. A Journey to America. La mostra, visitabile fino al 28 luglio 2025, riunisce un centinaio di opere provenienti da collezioni americane e da istituzioni italiane, con l’obiettivo di attraversare l’intera carriera dell’artista, dai primi lavori figurativi degli anni Cinquanta fino alle installazioni tessili e relazionali degli anni Duemila. Un corpus straordinario, che comprende alcune opere mai esposte prima.

Il MAN partecipa alla mostra, curata da Paola Mura, con tre opere della propria collezione permanente: Ovile(1959), Tela cucita (1975) e Geografia (1986). Inserite in momenti chiave del percorso espositivo, testimoniano passaggi cruciali nella ricerca di Maria Lai: il radicamento nella cultura sarda, il distacco dalla figurazione, l’elaborazione di un linguaggio tessile e astratto capace di parlare di memorie, miti, geografie interiori.

Il progetto si apre con una sezione dedicata agli anni della formazione e all’influenza del paesaggio e della cultura sarda, seguiti dal trasferimento a Roma e dal dialogo con l’Arte Povera e la scena internazionale. In Ovile, una delle opere della collezione MAN, è già presente quella sintesi formale e narrativa che anticipa la svolta degli anni Sessanta. Dopo un lungo periodo di ritiro, Lai abbandona progressivamente la pittura per sviluppare un linguaggio nuovo fatto di materiali poveri, fili, cuciture, carte, stoffe. È in questo contesto che nascono i Telai, le Tele cucite, le Geografie — tra cui spiccano Tela cucita e Geografia del MAN —, opere che trasformano la pratica artistica in un atto poetico.

Tra gli eventi di valorizzazione, Magazzino Italian Art ha organizzato un simposio internazionale che ha riunito studiosi e artisti per riflettere sull’eredità di Maria Lai e sul significato della sua ricerca nel contesto dell’arte contemporanea. Il Maria Lai Symposium, tenutosi presso il museo, ha evidenziato la radicalità poetica dell’opera di Lai attraverso interventi di Alessandro Giammei (Yale University), Michele D’Aurizio (University of California, Berkeley) e Saskia Verlaan (CUNY Graduate Center, New York).

Questa mostra rappresenta anche un esempio virtuoso di collaborazione internazionale tra istituzioni museali, fondazioni e collezioni pubbliche e private. I prestiti provenienti dall’Italia — tra cui quelli del MAN — testimoniano il ruolo essenziale che i musei svolgono nel rendere accessibile il patrimonio culturale, nel promuovere la conoscenza delle figure chiave dell’arte italiana e nel costruire un dialogo interculturale che supera i confini geografici. Maria Lai. A Journey to America non è soltanto una retrospettiva: è un viaggio che continua a unire comunità e generazioni nel nome di una visione poetica e universale.