#10_Editoriale_MAN MUG

3 Lug 2025

Boccioni e la matematica

– Chiara Gatti –

Umberto Boccioni, il gigante del Futurismo italiano, autore di capolavori da manuale come La città che saleMateria o Elasticità, è finito quest’anno sui banchi di scuola del liceo, protagonista, non delle interrogazioni di storia dell’arte, ma della temibile prova di matematica.

Il terzo esercizio del compito sottoposto agli studenti riportava, infatti, l’immagine di un altro suo lavoro straordinario, la scultura Forme uniche della continuità nello spazio, realizzata nel 1913, e oggi nota anche come immagine incisa sulle monete da 20 centesimi. Lo studio di funzione sottoposto agli alunni dello scientifico contemplava due fattori fondamentali nell’opera del maestro, il tempo e lo spazio, e richiedeva ai ragazzi di tracciare il grafico relativo a quella “continuità” che rappresenta il movimento stesso dell’uomo lungo una traiettoria. 

Ora, calcoli a parte, non avrebbe potuto esserci occasione migliore per dimostrare quanto le discipline si tocchino e come l’arte sia una rappresentazione visiva della vita e delle sue leggi, una espressione della fisica affidata all’estetica: la forma del calcolo e, in assoluto, la forma della natura delle cose.

Già con Cézanne la struttura della realtà, la sua costruzione davanti nostri occhi, l’ossatura invisibile su cui si regge il mondo, fu tradotta in pittura, nella scomposizione del colore, nella maglia tracciata sulla tela come un grafico che la matematica avrebbe potuto adottare.

Boccioni ereditò dal grande Paul l’esprit de géométrie, la capacità di leggere dentro la materia (esattamente come titola il suo quadro del 1912…), cui aggiunse la variabile movimento, il famoso dinamismo cui dedicò fiumi di pagine e di teorie e che, nella scultura oggetto dell’esame di maturità, prende corpo nella figura dell’uomo in cammino su una linea da percorrere nel vuoto, lungo la quale si disegna lo spostamento d’aria, mentre lui semina una scia di sé alle sue spalle.

Tornando alla fisica, le Forme uniche di Boccioni corrispondono insomma a quel concetto di accelerazione che definisce il rapporto fra velocità e intervallo di tempo, a conferma del ruolo dell’arte come specchio dell’esistenza. 

Detto fra noi, la Galleria Comunale di Cagliari custodisce, nel fondo della collezione Ingrao, 31 opere di Boccioni, fra cui un prezioso bozzetto della Rissa in Galleria, dove già il movimento e la luce deflagrano in schegge colorate nello spazio.

Moto centrifugo? Altro compito in classe!