Mario Delitala, Cavalleria Galla, 1942, xilografia, Collezione MAN
Un tripudio di figure in movimento, immerse nel caos di una battaglia: archi tesi, frecce che solcano l’aria, corpi travolti nella furia dello scontro. È un fermo immagine drammatico, fissato sulla carta attraverso la tecnica della xilografia. Osservando quest’incisione, si ha l’impressione di essere risucchiati nella scena, di percepire l’incalzare dei gesti, la tensione dei corpi stremati, i volti scavati che riflettono l’orrore incessante del conflitto.
Il segno grafico inciso sulla matrice si modula con intensità variabile: si infittisce e si dirada, creando effetti chiaroscurali che conferiscono profondità alla composizione, accentuano il dinamismo delle figure e definiscono con precisione le espressioni.
L’autore dell’incisione è Mario Delitala (Orani, 1887 – Sassari, 1990), uno dei massimi esponenti dell’arte sarda del Novecento. Tra le sue opere più note figura La cacciata dell’arrendadore, anch’essa conservata nella collezione del MAN e parte del Comodato del Comune di Nuoro. Oltre che pittore, Delitala è stato un protagonista fondamentale nella storia dell’incisione in Sardegna: già nel 1931 la rivista L’Eroica gli dedicava un quaderno monografico con dodici xilografie.
I temi centrali della sua produzione incisoria, sviluppata soprattutto tra gli anni Venti e Quaranta, sono profondamente radicati nella cultura sarda: personaggi, paesaggi e scene di vita quotidiana che raccontano l’isola con autenticità e partecipazione. Le sue incisioni, impregnate di realismo, si nutrono della tradizione ma si aprono a una visione moderna e vigorosa del reale.
Il MAN conserva alcune delle sue opere più significative, tra cui Ballo a Torpè (1930), Mercato paesano (1938) e Madri nel rifugio (1945), testimonianze di un’arte capace di raccontare la Sardegna con uno stile inconfondibile, carico di energia, passione e profondità espressiva.
Rita Moro