#4_Pillole dalla collezione

10 Apr 2025

Francesca Devoto, Tina nello studio di via Cavour, 1936 olio su compensato_Collezione MAN

Lo stile pittorico di Francesca Devoto è un inno alla quiete e alla raffinatezza.

La sua produzione, sempre lontana dalle correnti e tendenze regionaliste, si caratterizza per una pittura introspettiva e delicata, dove ogni pennellata riflette un equilibrio di luci e ombre, di toni morbidi e pacati. 

Cresciuta all’interno di un ambiente borghese, studia a Firenze dove si forma con la pittrice Nerina Simi, e da cui apprende le basi seguendo le lezioni di disegno dal vero, fino al suo rientro definitivo a Nuoro nel 1931. 

A partire dalla metà degli anni Trenta, prende parte a numerose mostre, tra cui ricordiamo la VI Mostra del Sindacato Fascista del 1935 e la mostra alla Galleria Palladino di Cagliari l’anno dopo. Negli anni Sessanta, decide di allontanarsi da quel contesto e si ritira, pur continuando a creare opere.

Le sue scene, spesso ambientate in interni borghesi, sono intrise di una serenità sospesa, dove personaggi assorti nelle loro occupazioni quotidiane abitano gli spazi arredati con eleganza moderna e sobria. 

Nel suo lavoro, la Devoto cattura la quiete, la poesia della vita domestica, dove ogni dettaglio, dalla disposizione dei mobili alla luce che filtra dalle finestre, racconta una storia di atmosfera pacifica e meditativa. Non c’è spazio per la frenesia, l’eccesso, il rumore: ogni scena è un’istantanea di una vita ritirata, lontana dalle urgenze sociali e politiche del suo tempo. Le sue nature morte, i ritratti di bambini, gli autoritratti e le vedute cittadine sono tutti esempi di una pittura che parla di mondi privati, di emozioni non dichiarate, ma palpabili in ogni tratto.

Per raggiungere questi effetti l’artista usa una tavolozza ricca di colori bruni, di tonalità calde e luminose.

Nell’olio su compensato del 1936, Tina, la sorella dell’artista è rappresentata seduta, mentre legge. La luce che penetra dalla finestra si riflette sugli arredi, creando un’atmosfera sospesa, ordinata e meticolosamente curata in ogni particolare. Lo stesso ambiente sarà nuovamente il soggetto di un’altra opera del 1936, conservata in collezione, intitolata Lo studio dell’artista in via Cavour. In quest’opera, tuttavia, l’unico elemento rappresentato sarà lo spazio, privo della figura umana.

Rita Moro

Chat Icon