#6_Editoriale_MAN MUG

31 Mar 2025

‘Pensiero globale e azione locale’ recita la missione del MAN da ventisei anni.

Guardare al mondo e agire sul territorio. Questo è, in sintesi, l’indirizzo di un museo radicato profondamente nel suo contesto di origine, ma in grado di aprire il proprio sguardo a un orizzonte più vasto. 

L’abbinamento virtuoso fra la valorizzazione delle raccolte permanenti d’arte sarda e la creazione di progetti dal profilo internazionale persiste nella programmazione che ha visto, nell’ultimo triennio, le tessitrici di Sarule rendere omaggio a Picasso, la tecnologia di Pininfarina ospitare un salto nel passato nuragico, le sculture di Matisse dialogare con le dee madri dei musei archeologici della Sardegna, la collezione dei ritratti punteggiata di innesti contemporanei, distinti dal linguaggio sperimentale dei giovani autori emergenti premiati dai bandi del Ministero. 

In attesa della mostra che, la prossima estate, vedrà giganti moderni come Gauguin, Arp o Miró confrontarsi con gli idoli del Mediterraneo, fra cui i menhir del museo di Laconi, anche la grande retrospettiva appena inaugurata di Giovanni Pintori contiene in sé questa duplice visione. Genio del graphic design internazionale, inventore della leggendaria immagine Olivetti, Pintori custodiva nelle mani e negli occhi gli scorci della sua terra, di Nuoro e degli agglomerati di case bianche e silenziose affacciate sulla scarpata di querce che guarda a Oliena.

In quelle stesse, sintetiche, geometrie algide, architetture modulari trasformate nei tasti di un elaboratore e moltiplicate nello spazio come i numeri di un calcolo combinatorio, c’è la sua storia passata, ma anche una storia universale di ricerca formale, memore della lezione di Cézanne e di Morandi. Il talento elastico, sorgivo, visionario, è quello di chi sa orchestrare il proprio portato con l’assoluto, l’esperienza con l’eterno. Pintori lo ha fatto nelle citazioni colte, vibranti in sottotraccia, dell’arte antica, archeologica, e poi di quella delle avanguardie, studiate e assorbite nelle sue composizione dagli equilibri perfetti. 

Allo stesso tempo, noi del MAN, che amiamo costruire giochi di rimandi fra percorsi intrecciati (vedi le personali connesse del cagliaritano Alessandro Biggio e delle “tedesche” Szeemann e Löhr) anche in questa occasione abbiamo cucito un tessuto semantico che, partendo da Pintori, si apre allo stesso Morandi (amico di cui Pintori possedeva una Natura morta, esposta sopra un cassettone accanto a una scultura di Fancello) e allargando però ulteriormente all’opera di un contemporaneo, Gregorio Botta.

I suoi calcoli esatti, i compassi rotanti nell’aria, i solidi geometrici, le rette, gli assi, le simmetrie, sono a loro volta un omaggio al maestro delle bottiglie e, insieme, un richiamo ideale alle macchine celibi di Pintori e alla sua ossessione per il moto perpetuo. Tutto si lega. Tutto ritorno. E tutto è connesso. Anche l’azione locale e il pensiero globale.

Chiara Gatti

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