#2_Contemporanea

6 Mar 2025

L’arte contemporanea si fa testimone del nostro tempo, offrendo nuove prospettive sul rapporto tra uomo e natura. Il MAN ha da tempo abbracciato questa direzione, studiando una programmazione espositiva che riflette sulle trasformazioni ambientali e sulle interconnessioni tra esseri viventi. Attraverso recenti mostre come Diorama e Essenze naturali, il museo ha indagato come l’arte possa essere strumento di consapevolezza e immaginazione ecologica.

Con Diorama (5 luglio – 11 novembre 2024) il MAN ha esplorato possibili visioni future della relazione tra essere umano e biosfera. Artisti come Luca Trevisani Marta Roberti hanno descritto il delicato equilibrio con il pianeta, trasformando la creatività in un mezzo per reinventare la realtà. Le sculture di Thomas Grünfeld, invece, hanno disturbato le nostre certezze, riportando l’attenzione sul tema della manipolazione genetica e sulle implicazioni etiche ad essa connesse. L’arte diventa così un campo di sperimentazione che invita il visitatore a considerare come l’avanzamento tecnologico possa incentivare la creatività. 

Ciò accade anche nei lavori di Alexandra Daisy Ginsberg, che rendono evidente quanto il nostro destino sia profondamente intrecciato a quello degli altri esseri. Attraverso questi molteplici punti di vista, Diorama ha interrogato la relazione tra noi e il pianeta, proponendo scenari di interconnessione e metamorfosi, mettendo in discussione il nostro ruolo di protagonisti nel delicato equilibrio ecologico.

Nel “trittico contemporaneo” Essenze naturali (22 novembre 2024 – 9 marzo 2025), tre artisti di rilievo internazionale interpretano il mondo naturale attraverso prospettive differenti.

La mostra Christiane Löhr. Accumuli offre un’immersione in un universo poetico e delicato dove l’artista crea un dialogo tra natura e forma. Con un linguaggio fatto di leggerezza e precisione, elementi come soffioni, fili d’erba e semi, esplorano il rapporto tra equilibrio, proporzione e vuoto, sublimando la natura in forme astratte. 

In Filira, Alessandro Biggio esplora il dialogo tra natura e processo artistico attraverso lavori che riflettono sul ciclo della vita e della trasformazione. Biggio utilizza materiali organici raccolti nel terreno di famiglia a Calasetta, dove brucia rami delle piante locali per ottenere la cenere alla base delle sue opere. Introduce, inoltre, l’uso di un pigmento inedito estratto dalle bacche di fillirea, pianta legata alla ninfa Filira, creando un linguaggio pittorico che intreccia mito e metamorfosi.

Infine, Scenafenomenica di Una Szeemann offre un viaggio tra miti antichi, stati del subconscio e archetipi naturali, rappresentati attraverso sculture, acquerelli e installazioni. In un mondo dominato dalla razionalità, Szeemann riscopre le potenzialità simboliche della natura, fondendo credenze popolari, letteratura e psicanalisi. Come un invito a riscoprire antiche conoscenze dimenticate, il suo lavoro svela la componente erotica e perturbante che pervade la terra e le sue storie. 

Attraverso queste esposizioni – visitabili ancora per pochi giorni, fino al 9 marzo –, il MAN si conferma un laboratorio di pensiero e sperimentazione, capace di restituire alla comunità un’arte che non solo racconta, ma interroga e stimola una rinnovata coscienza ecologica. In questo contesto, l’arte contemporanea diventa un vero e proprio agente di cambiamento, suggerendo nuovi modi di abitare e comprendere il mondo che ci circonda.

Elisabetta Masala

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