#4_Editoriale_MAN MUG

4 Mar 2025

Il museo dei bambini

All’ultima visita guidata serale dedicata alla mostra di El Greco, si è presentata una bambina che ha portato con sé tutta la famiglia; genitori e zii. Poche settimane prima aveva partecipato, con la scuola, a uno dei laboratori che il nostro Dipartimento didattico propone ogni giorno alle classi delle scuole primarie e secondarie. Ne era uscita così felice da insistere affinché mamma e papà tornassero con lei. Se, fra le missioni del museo, spicca quella di educare alla bellezza e di nutrire di storia e di valori gli occhi dei più piccoli, l’entusiasmo di Gaia è per noi un grande successo, da mettere in bacheca. 

Si dice sempre che i bambini siano “il pubblico di domani”. No, io credo piuttosto che i bambini siano il pubblico di oggi. Perché rimandare l’entusiasmo e la partecipazione alla maturità, quando dovremmo essere noi a trarre ispirazione e linfa vitale dal loro sguardo trasparente? Davanti a oltre 6mila bambini che approdano ogni anno al mostro museo, abbiamo certamente la responsabilità di offrire una esperienza che possano ricordare, ma abbiamo soprattutto la necessità di apprendere da loro ciò che noi stessi abbiamo dimenticato. 

Anni fa, durante una visita a una mostra di Lucio Fontana allestita in un famoso museo svizzero, ricordo che alla domanda di una educatrice su cosa passasse, a loro giudizio, attraverso i “tagli” di Fontana inferti sulla tela, un bimbo rispose secco: «l’immaginazione». Ecco, non so quanti adulti avrebbero risposto con tale capacità visionaria e, altresì, motivata dal gesto e dal pensiero dell’artista che proprio a questo alludeva, proiettando la contingenza in una dimensione immateriale, invisibile, sacra. 

Da allora, non sono più riuscita a spiegare l’arte di Fontana senza quella risposta istintiva nella testa. Questo resta il motivo per cui il museo è dei bambini. Non per il loro futuro. Ma per il nostro. 

Chiara Gatti

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