Alcune importanti testate giornalistiche hanno dichiarato di aver già utilizzando AI per elaborare titoli, occhielli, sommari e via scrivendo. Noi del MAN abbiamo deciso invece di metterci a scrivere da soli, con la mano e con la testa, per proporre ai visitatori e ai lettori del nostro sito approfondimenti ragionati su ciò che accade dentro e fuori dal museo.
E lo facciamo come si faceva una volta nei giornali. Con un piccolo consiglio di redazione e una manciata di collaboratori chiamati a toccare temi che, partendo dalle mostre o dalle collezioni, aprano lo sguardo verso un orizzonte più ampio, verso argomenti di attualità di cui l’arte si fa interprete attraverso il suo filtro poetico.
L’idea di un museo chiuso dentro le sue mura non è confortevole. Oltre ad essere antiquata. Il MAN scalpita, respira a pieni polmoni, annusa la vita e abita il territorio. Così come agisce fisicamente – uscendo dai suoi spazi per raggiungere le scuole, le piazze, le periferie, portando i suoi artisti in viaggio all’estero o ballando al tramonto sul Tanca Manna – allo stesso modo ha deciso ora di palpitare ed espandersi usando le parole come liane.
La comunicazione rapida, la cultura dell’immagine la coltiviamo sui social, nelle stories, nei tweets. Però crediamo che l’approfondimento – così raro in epoca di testate cartacee superate da più agili versioni online – meriti di sopravvivere alla logica del mordi e fuggi. Crediamo nel tempo rubato, per leggere venti righe di affondo su argomenti comuni e riflessioni necessarie.
Ecco allora il nostro nuovo MAN MUG, una tazza di parole quotidiane da sorseggiare insieme, un MAGazine di pensieri da condividere, partendo da quattro rubriche in uscita a rotazione ogni settimana sul sito.
Rita Moro firma qui la pagina dedicata alle collezioni nascoste del museo e ai suoi capolavori, mentre Elisabetta Masala avanzerà proposte sui linguaggi del contemporaneo che, partendo da mostre ospitate nelle sale, spazino poi nel panorama italiano e internazionale.
E mentre Alessandro Moni rifletterà su temi del nostro vivere corrente, confermando quanto il museo debba essere testimone attivo del suo momento, antenna per ricevere e amplificatore per diffondere, toccherà a me introdurre ogni uscita con un editoriale che ne spieghi i motivi, suggerendo ipotesi di confronto col pubblico. Il MAN da visitare, da abitare, da ascoltare, adesso è anche un museo da leggere.
Chiara Gatti