Programma 2025

19 Dic 2024

Il MAN è lieto di presentare il programma espositivo del 2025.

Dopo un anno di ricerche dedicate al rapporto fra uomo e mondo naturale, alla luce delle rapide metamorfosi cui è sottoposto il pianeta in epoca di drammi climatici e ambientali, il MAN presenta per l’anno 2025 un nuovo macro-tema che raccoglie l’eredità della stagione precedente circoscrivendo la riflessione al perimetro dell’isola nella sua valenza geografica, ma intesa anche come dispositivo semantico, quale fonte di narrazioni, cosmologie, idealità e utopie.

Mostre in corso fino al 9 marzo 2024

El Greco. Dialogo tra due capolavori

Essenze Naturali:

Christiane Lohr. Accumuli

Una Szeemann. Scenafenomenica

Alessandro Biggio. Filira

GIOVANNI PINTORI (1912–1999) Pubblicità come arte | a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Osanna Cavadini, coordinamento di Rita Moro

MAN Museo, Nuoro e m.a.x. museo, Chiasso_progetto integrato. L’esposizione su Giovanni Pintori, maestro del “graphic design” mondiale, mira a valorizzare la figura dell’autore sardo in una prospettiva internazionale. Il MAN, in collaborazione con il m.a.x. museo di Chiasso, ne indaga l’opera attraverso una sorta di “racconto grafico”, evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. La mostra al MAN ripercorre l’iter personale e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti della sua notevole carriera, che va dalla creazione di manifesti e locandine, alla corporate identity e ai logotipi per le imprese.

Project Room. Gregorio Botta. Il silenzio è così accurato | a cura di Elisabetta Masala con un testo di Davide Ferri

In principio era la luce. Ma anche l’acqua e il fuoco, la cera e il piombo levigati dal tempo e dagli eventi atmosferici. Nell’opera dell’artista napoletano (classe 1953), l’energia arcaica degli elementi dialoga con iconografie classiche, con i temi del sacro e dell’invisibile. Per il MAN, Botta elabora un progetto site-specific che, partendo dalla sua ricerca sull’equilibrio e sul silenzio, distilla nello spazio presenze astratte, giochi di riflessioni, rumori di pioggia e un omaggio alla Sardegna affidato alla sapienza di mani abili nel modellare il pane come fosse scultura.

ISOLE E IDOLI | da un progetto di Chiara Gatti e Stefano Giuliani, coordinamento di Rita Moro

con la collaborazione di Direzione Regionale Musei Sardegna, in collaborazione con Francesco Paolo Campione del Museo delle Culture di Lugano e Matteo Meschiari dell’Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con il Museo dei Menhir di Laconi e con la Fundació Miró Mallorca

La storia dell’arcipelago quale luogo di culto per antiche popolazioni nomadi, regno per l’ascesi e il misticismo, e santuario vegetale, viene qui sottoposta a un cambio di paradigma, a un affondo nel paesaggio che implica, complice il mutamento impresso dall’idolo alla terra, la creazione di un paesaggio parallelo, la proiezione spirituale di una apparenza effimera. L’isola, non come approdo, ma come luogo della reificazione del divino, è culla e insieme porta d’accesso per l’altrove, è passaggio e mai destinazione finale. Un gioco virtuoso di riferimenti incrociati vedrà dialogare dipinti e sculture di fine Ottocento e primo Novecento con i manufatti arcaici che ne ispirarono la solennità iconica e la sintesi formale. Il progetto gode della partecipazione straordinaria della Fundació Miró di Palma di Maiorca e conta prestiti straordinari dal Louvre di Parigi, dalla Galleria Nazionale di Praga e dal Pierides Museum – Bank of Cyprus Cultural Foundation.

ISOLE MINORI. Note sul visivo dal 1980 ad oggi (working title) | a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, coordinamento di Elisabetta Masala

Fino agli anni Ottanta, la rappresentazione fotografica della Sardegna emersa dai reportage e dalla produzione documentaristica ha descritto l’isola come “un mondo a parte”, evidenziando principalmente le condizioni socioculturali, politiche ed economiche delle aree interne che hanno impattato sui processi di costruzione dell’immaginario sardo. Dalle esperienze dei fotografi Magnum, Bruno Barbey e Henri Cartier Bresson, così come quelle di Lisetta Carmi, Gianni Berengo Gardin, Tano D’Amico e altri ancora, emergono narrazioni di matrice neorealista che giocano con le idee di isolamento, povertà e scarso sviluppo. A partire dal decennio successivo è possibile registrare esperienze che problematizzano il fattore ambientale e l’insularità. Lo sguardo dei fotografi non si rivolge solo più verso l’interno dell’isola, ma guarda sempre più spesso verso le coste e il mare. Nascono così indagini sul significato di questo limite, sulla linea di confine che diventa soglia, relazione e la dimensione metafisica che agevola una nuova partenza – sia essa fisica o mentale.

Project Room. Leonardo Boscani. Il Nero di Suni e la Flotta culturale | Progetto integrato fra Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, MAN di Nuoro, Unione di Comuni della Planargia, Associazione “Cosinzu de Isciareu” di Flussio, Associazione Marco Magnani ed Ecomuseo del mare e dell’acqua di Sassari.

La realizzazione di una flotta culturale che come elemento caratterizzante il mare, confine naturale dell’isola. Durante questa fase sarà utilizzata a barca a vela come mezzo di trasferimento e osservazione da un sito di approdo all’altro. La visione delle coste dell’isola dal mare unirà sguardo naturalistico, scientifico e ambientale. Nella seconda fase si avrà come elemento la terra attraverso il passaggio nell’hinterland con l’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici a basso impatto, percorsi a piedi, in bici e tragitti a cavallo. Lambendo le zone costiere e spingendosi all’interno di luoghi meno conosciuti, insistendo su un territorio solo parzialmente urbanizzato e a forte rischio di spopolamento. La terza fase, identificata nella pietra, sarà il momento della restituzione alle comunità. Mediante i linguaggi delle arti e delle scienze si svilupperanno interpretazioni e reinterpretazioni delle realtà incontrate e coinvolte nel processo creativo elaborando nuove visioni condivise.

Project Room. Ilaria Turba. I pani del desiderio. Da Marsiglia alla Sardegna. | Settembre-ottobre | a cura di Elisabetta Masala

I pani del desiderio sono pani rituali a forma dei desideri delle persone che li hanno realizzati collettivamente. La Sardegna è tra i luoghi del mediterraneo dove sono presenti tra le più numerose, ricche e vive tradizioni di pani rituali. Per l’artista il dialogo con questo territorio è fondamentale tanto da essere stato scelto come tappa conclusiva del viaggio in Italia. Qui l’artista, come in altre tappe del viaggio, proporrà alla comunità che lo abita un atelier del pane e coinvolgerà gli abitanti per accompagnarla in una performance dove brucerà tutti i pani del desiderio (un centinaio), realizzati lungo gli anni, in un rito/performance augurale di trasformazione. 

Curare il museo. Un museo da curare. Laboratorio di restauro a cuore aperto | Ottobre-novembre | a cura di Rita Moro con la partecipazione di Giuliana Fenu

Il MAN propone una campagna di restauro delle proprie collezioni e delle opere che richiedono interventi più urgenti.  Dieci pezzi, fra dipinti, disegni e sculture, saranno al centro di un intervento che prevede la realizzazione di un laboratorio aperto al pubblico, allestito nella project room del piano terra, al fine di coinvolgere i visitatori, sensibilizzarli nei confronti della cura del patrimonio, avvicinarli alle tecniche di intervento e mostrare le azioni “invisibili” che di norma si svolgono nel backstage del museo stesso. L’attività verrà promossa su tutti i canali di comunicazione del museo, al fine di rendere noto l’impegno del MAN per la tutela delle raccolte, attivando altresì collaborazioni virtuose con le scuole d’arte e le università, complice un programma di approfondimento, incontro coi restauratori e restituzione dei risultati ottenuti. 

Ballero e Pellizza. Il palpito della terra (working title) a cura di Chiara Gatti, coordinamento di Rita Moro

Una amicizia, un lungo carteggio, una vocazione condivisa. Per il paesaggio, per la pittura, per la trascrizione dei moti della terra in palpiti di colore. Il progetto mira a ricostruire il lascito ideale che Giuseppe Pellizza da Volpedo, padre nobile del divisionismo italiano, consegnò ad Antonio Ballero, il grande artista sardo che, a cavallo fra tradizione e modernità, traghettò una pittura intrisa ancora di istanze del romanticismo e di realismo pulsante verso i modi sperimentali del divisionismo italiano, stringendo un legame profondo con Pellizza, interrotto solo dalla morte di quest’ultimo. I colori vibranti e sfrangiati, il tema del paesaggio, lo spirito di verità e di osservazione dell’esistenza che scorre, avvicina due giganti in un percorso che si arricchisce di altri testimoni e interpreti del tempo e di questa transizione, da Giovanni Segantini a Umberto Boccioni e Mario Sironi, di cui il MAN esporrà l’opera divisionista La madre che cuce, capolavoro delle sue collezione.

Alfredo Casali. Isolitudine | a cura di Massimo Ferrari ed Elisabetta Masala

Esponente di una ricerca contemporanea votata al linguaggio stesso della pittura, Casali presenta al MAN una antologica che ripercorre le tappe della sua riflessione, dagli esordi legati agli anni dell’astrattismo lirico di Novelli o Twombly, della poesia visiva e di una figurazione venata di attesa, memore della lezione storica di Morandi, fino agli esiti più recenti, minimalisti e geometrici, concentrati sulla sintesi di elementi, sul valore espressivo del segno, su forma e materia. Forte di una formazione filosofica Casali opera in bilico fra narrazione e concettuale, memoria e pensiero.  

Franco Pinna. De Sardigna. Fotografie 1953-1967 coordinamento di Alessandro Moni

Alla ricerca di una madre lontana, da conoscere e riconquistare, seguendo le tracce di riti, costumi e rimanenze della storia in cui avvertire la diversità costitutiva della cultura isolana, coltivando il mito virile della civiltà pastorale barbaricina, e osservando con rispetto donne pazienti nel ricoprire il loro ruolo sociale elavoratori in costante confronto con una natura fascinosa, ma non sempre prodiga: ecco la Sardegna di Franco Pinna. Per formazione, abitudini, mentalità, non c’è dubbio che Pinna sia considerato un romano. La sua nascita a La Maddalena e la permanenza Sassari durante l’infanzia erano state determinate dai frequentitrasferimenti di lavoro del padre, sardo effettivo, ufficiale dell’esercito. È a Roma, dove arriva nel 1935 dopo aver soggiornato a Tortona e Anzio, che Pinna cresce, studia, si fa uomo, combatte, ama, diventa attivista politico, inizia a fare il fotografo, conosce i più importanti successi professionali, forma una famiglia. Sebbene la vita potesse invogliarlo a credere altrimenti, Pinna si è sentito profondamente sardo.    

Project Room. Paolo Cavinato. Isole e percorsi

Si tratta di un “trapasso”, di un attraversamento in uno spazio sinestetico, fatto di luci e suoni, di atmosfere che si modificano all’avanzare del fruitore nello spazio/tempo. Il visitatore entra in una sorta di corridoio, di spazio Altro. Dapprima vede la propria immagine riflessa su una superficie specchiante, una sorta di soglia. Questa immagine svanisce lentamente lasciando affiorare oltre, una stanza luminosa infinita (giocata tra specchi) percorsa da riflessi d’acqua, onde e cerchi fluidi, giochi di luce, come se si stesse attraversando una soluzione liquida o l’interno di un acquario. Dopo qualche secondo, anche la stanza svanisce lentamente lasciando emergere sempre più in là un corridoio/varco infinito. Durante le varie metamorfosi, il suono accompagna e dilata le dissoluzioni e le apparizioni, prima del sé, poi degli spazi interni vuoti, mettendo in relazione la propria immagine con qualcosa di impalpabile, che vive oltre.  

PUBLIC PROGRAM

• Corso di arte contemporanea per adulti. Terza edizione. A partire dal mese di marzo.

• BIBLIOMANIA – Piccolo festival dei libri d’autore al museo. Terza edizione. A partire dal mese di maggio.

• OPEN CALL. Ritorno a Monte Verità. Residenza per giovani artisti sardi extra moenia. In collaborazione con Fondazione Monte Verità di Ascona. A partire dal mese di maggio.

• Conferenze fra passato e presente. In collaborazione con il Museo Archeologico Asproni di Nuoro. Terza edizione.

Estate 2025

• Workshop di fotografia in carrozza, lungo la linea ferroviaria Nuoro-Macomer. Autunno 2025

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