MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Sabir

Dor Guez

09.11.2018  -  03.03.2019

 

a cura di Luigi Fassi

dal 9 novembre 2018 al 3 marzo 2019

Il percorso espositivo immaginato da Dor Guez con “Sabir”, comprende una collezione di documenti d’archivio, due lavori video e una nuova installazione sonora, prodotta e commissionata per l’occasione dal MAN.

L’artista attiva una riflessione di ampio raggio sul senso di appartenenza a una comunità, in rapporto alla grande storia e ai suoi stravolgimenti: cresciuto in Israele in una famiglia in cui s'intrecciano elementi cristiani, arabi, ebraici e palestinesi, Guez appartiene a una minoranza nella minoranza nello stato di Israele, quella della comunità palestinese di fede cristiana. Ed è a partire da qui che l’artista offre il proprio sguardo sul Mediterraneo, proposto nelle sale del museo Man.

La mostra prende il nome dal titolo di uno dei due video presentati, “Sabir”: termine arabo, dalla radice latina della parola sapere. Si riferisce a un linguaggio spurio, condiviso da popoli con lingue diverse, fatto di reinvenzioni per trovare una forma di comunicazione comune. Il video inizia con il primo piano del tramonto che scende sulle spiagge di Jaffa in Israele ed è accompagnato dalla voce di Samira, nonna dell’artista, che dipana il racconto della sua vita. Senza mostrare la protagonista, e alternando l'Arabo all'Ebraico, il monologo si articola dal racconto felice di un'infanzia mediterranea a Jaffa, passando per le violente espulsioni israeliane del '48, alla dispersione di una famiglia nei Paesi mediorientali e poi in Europa per arrivare all’istituzione della nuova società israeliana.

Il titolo del secondo video in mostra riprende il nome della protagonista “Sa(mira)” (2009), voce narrante dell’opera, che racconta questa volta il conflitto interiore e sociale di una vita con doppia identità in Israele, come cittadina israeliana di origine araba.

Il percorso espositivo immaginato dall’artista continua con una preziosa istallazione sonora ambientale, Two Lines and a Yard, prodotta dal MAN appositamente per la mostra. Qui l'artista frammenta e distorce il rumore delle onde del mare che si infrangono a Jaffa assieme alla registrazione audio dell'abbattimento della casa della famiglia di sua nonna a opera delle autorità israeliane. Distruzione morte e rinascita si alternano nella traccia sonora, evidenziando un percorso simbolico che racchiude in sè il senso dell'intera mostra.  

Conclude il percorso “The Christian Palestinian Archive”(CPA), work in progress che riunisce documenti e fotografie che testimoniano la storia e la vita della comunità cristiano-palestinese dalla prima metà del XX secolo all'esodo forzato successivo alla fondazione dello stato di Israele. Il CPA è stato creato dall'artista nel 2009 ed è costituito da migliaia di immagini raccolte mediante il coinvolgimento diretto di alcune famiglie che hanno vissuto la diaspora cristiano-palestinese. Mediante un processo di riproduzione Guez rivitalizza le fotografie rendendole scanogrammi, immagini analogiche ottenute eseguendo una scansione che le trasforma in nuovi e unici documenti visivi.

Gli “Scanograms” si impongono come una riflessione sul rapporto tra qualità estetiche e culturali dei documenti storici e sul valore civico della testimonianza ai fini della costruzione di una storia condivisa.

Per questa mostra Guez presenta “Scanogram # 1 and Scanogram # 2” (2010), due capitoli dell'archivio che presentano un’ampia quantità di immagini datate 1938-1958, raffiguranti una donna, Samira (nonna dell'artista) e la sua famiglia.

La ricerca artistica che caratterizza le opere di Guez manifesta, attraverso molteplici e differenti modalità e forme di rappresentazione, il rapporto tra l'identità personale, la memoria e la continuità del passato negli eventi del presente con l’obiettivo di ripercorrere la complessità della storia israeliana. Momenti intimi e personali servono a ricostruire una vicenda collettiva restituendo voce e testimonianza agli accadimenti politici e sociali che hanno interessato il popolo palestinese e israeliano.

Si ringraziano gli enti che sostengono l’attività del MAN: Regione Sardegna, Provincia di Nuoro, Fondazione di Sardegna.

La mostra è supportata da  Artis Grant Program

 

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