MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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PASTORELLO

Salve Maria

30.06  -  12.07.2009

Per la sua prima personale al MAN di Nuoro, Pastorello (Sassari, 1967) ha concepito un corpus di opere il cui concept nasce da una rilettura dei Vangeli Apocrifi, più precisamente dalla morte e dall’assunzione in cielo della Vergine Maria. Per l’occasione l’artista ha scelto di dipingere dei paesaggi boschivi e delle selve oscure che si aprono a visioni celestiali, in un’ascesa intrisa di mistero. Le forme, evocate secondo pochi tratti distintivi, ricorrono a volumi primari e a una struttura compatta che si richiama alla tradizione aulica; gli intrecci di colore, che ricordano dei rizomi arborei così come una surrettizia gesture painting, fanno da preambolo alla figura della Madonna – sdoppiata nell’immagine redentrice della Regina del mondo, bella, ricca e fertile (Madonna delle Grazie), e all’opposto in quella di una donna umile, povera e fragile (Madonnina) – che diventa una presenza concreta e allo stesso tempo eterea.

Le Madonne tardo-gotiche e del primo Rinascimento assurgono qui a una dimensione irreale e metafisica; diventano figure e-statiche, fasciate in vesti seriche, rese con una semplice, quasi disarmante, volumetria. L’astrazione, l’essenzialità, la staticità di queste opere fanno parte di un grande immaginario che rilegge la storia dell’arte, con uno sguardo che si trattiene alla presenza di Giotto, Beato Angelico, Simone Martini, Masaccio, Paolo Uccello. La grande tradizione della pittura italiana viene rivisitata dall’artista in chiave assolutamente contemporanea, facendovi confluire la propria ricerca artistica (dalle pitture atomistichecosmiche degli anni ’90 ai bestiari/abbecedari della decade successiva, fino alle “spose” e ai “bambini” degli anni più recenti, che sono tutte allo stesso modo un «tentativo di dire cose semplici, un atto di fede nei confronti del mondo»).

Pastorello concepisce la pittura e i soggetti «potenzialmente capaci di diventare qualsiasi cosa senza impedimenti morali». Proprio come un diamante, la sua opera ha in sé una grazia e una purezza cristallina che si riverbera in un’infinità di sfaccettature. Visionario, intimo, poetico, rivoluzionario, la pluralità dell’artista riesce a trasfondere nelle opere una carica suggestiva, in cui i misteri della fede e il senso panico dell’umanità giungono ad un viaggio di conoscenza. Un viaggio che mixa abilmente la bidimensionalità dei grandi maestri del passato, gli accorgimenti spaziali dell’illustrazione e i colori stranianti del mondo ludico-pop. Il mezzo per dare forma a queste alchimie mentali è la sola pittura che, stesa con pazienti e meticolose velature, dà vita a una realtà complessa, a un universo iper-iconico.

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