MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Giusy Calia

Hai mai visitato i miei sogni?

17.11  -  30.11.2008

Un progetto di Giusy Calia (nata a Nuoro, vive e lavora a Sassari) che si inserisce nel programma di attività extra muros del museo MAN. Il valore e la funzione di un museo non si esauriscono all’interno del perimetro dell’edificio che lo identifica, ma naturalmente si propagano all’esterno non solo attraverso operazioni concrete, bensì ogni qual volta un visitatore lascia il museo portando con sé le impressioni e l’esperienza dell’arte. La vocazione contemporanea del museo, e il suo desiderio di dialogare con il nostro tempo così straordinariamente complicato, ci spinge a trovare insieme ai giovani artisti nuove modalità per veicolare un racconto che non può avere come riferimento solo lo spazio istituzionale, ma ha bisogno di esporsi anche allo spazio sociale.

Ecco allora che i sogni, scrive Gavina Cherchi, diventano per Giusy Calia «lo spazio della libertà, dove tutto è possibile, sono i modi di un poter essere tempestoso e incantato, caleidoscopico e “senza censure”». Sono, dunque, l’alterità vertiginosa, la vita altra di Giusy, remota e solitaria come un’isola misteriosa, in cui la bellezza e il dolore si rispecchiano a vicenda nel riflesso della loro amorosa tensione.

La vita che sogno non è, con i suoi vincoli, le sue censure, i suoi condizionamenti, ne viene talvolta irradiata, trasfigurata, come quando è attraversata dalle immagini in cui quei sogni, in una intermittente epifania, s’incorporano, diventando tracce visibili, indizi, richiami forti e perentori come solo le immagini possono essere. Hai mai visitato i miei sogni? è una richiesta carica di attesa, un invito, una domanda sottintesa, pressante, dolente: “Perché ancora non hai visitato i miei sogni?”. Le immagini sono allora gli araldi silenziosi che proclamano, giorno e notte, per le vie della città, questo appello, affinché trovi le vie del cuore silenzioso e inquieto cui sono destinate, un cuore nascosto, che forse attende da troppo tempo, senza saperlo, nell’ombra, che appaia anche sulla soglia dei suoi sogni un visitatore dallo sguardo luminoso.

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