MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Giovanni Dotzo

18.01  -  15.04.2008

Una Sardegna arcaica e rurale, fatta di villaggi silenziosi e di case basse in pietra addossate le une alla altre, fatta di uomini impegnati nel paziente lavoro nei campi e di animali solitari al pascolo, una Sardegna rappresentata da interni familiari spogli e da oggetti d’uso quotidiano: questo è il mondo di Giovanni Dotzo (Isili, 1926), artista di estrazione contadina, questo è ciò che raccontano le sue opere.

A iniziare proprio dalle incisioni, acqueforti e xilografie, tecniche apprese all’Istituto d’Arte di Sassari, che, dopo aver iniziato a disegnare da autodidatta, finalmente frequenta, sotto la direzione di Stanis Dessy, dal 1950 al 1952 grazie a una borsa di studio. Sono gli anni, quelli successivi alla fine della seconda guerra mondiale, in cui conosce, fra gli altri, Mario Delitala e soprattutto Carmelo Floris, che considera «il più sardo tra gli artisti».

Alle incisioni si aggiungono i disegni a matita e a inchiostro di china: cambiano le tecniche, ma a ispirare e condizionare l’arte di Dotzo è sempre l’ambiente in cui è nato e dove, per gran della sua vita, ha vissuto: che siano immagini riprese dal vero oppure recuperate attraverso la memoria, l’iconografia di Dotzo è perennemente condizionata dai temi della vita e del paesaggio agro-pastorale sardo, di cui l’artista narra non solo le forme ma anche l’anima più intima e segreta. 

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