MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Gavino Tilocca

Ceramiche

15.11.2013  -  12.01.2014

La mostra è stata curata da Giuliana Altea, realizzata da EIKON snc (Nuoro) con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo e Artigianato della Regione Sardegna e con il contributo della Fondazione del Banco di Sardegna.  La mostra del MAN, con oltre 110 pezzi, è stata la prima a presentare un ampio spaccato della produzione ceramica dell’artista.  Avvicinatosi da autodidatta a questa tecnica nel 1955, quando già era uno scultore affermato, Tilocca spazia dal materismo esuberante degli inizi a un espressionismo che dialoga liberamente con la ricerca plastica contemporanea,   rivisitando in modo originale la lezione di autori come Marino Marini e Henry Moore, per poi arrivare negli anni Settanta a composizioni più controllate, scarne e asciutte, in cui l’indagine sulla forma brucia quasi interamente ogni residuo narrativo.

Vitalismo, senso del colore, tensione formale sono le qualità salienti delle ceramiche di Gavino Tilocca, una delle figure di spicco nel mondo della ceramica italiana tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, in un momento cioè in cui questa tecnica attraversava una fase di rinnovamento in sintonia con le nuove tendenze dell’arte e del gusto. Pluripremiato ai concorsi nazionali della ceramica di Faenza, protagonista delle Biennali dell’artigianato sardo, Tilocca è tra i più felici interpreti di un filone espressivo arcaizzante, legato all’evocazione del mito mediterraneo e di una preistoria idealizzata.

Nucleo centrale della mostra sono state le piccole plastiche cui Tilocca deve soprattutto la sua fama, ispirate al passato nuragico o al mondo popolare della Sardegna e incentrate sul motivo dell’accostamento tra figura umana e animale. Accanto a queste opere, caratterizzate da una sintassi compositiva abbreviata e da raffinate ricerche cromatiche che ne sottolineano il tono  antinaturalistco,  la mostra ha presentato gli altri generi e filoni tematici che hanno impegnato l’artista: gli oggetti per l’arredamento, che privilegiano motivi associati alla tradizione sarda (come le stilizzate figure femminili in costume regionale, o animali carichi di valenze simboliche come il cinghiale), la decorazione architettonica, (che, nel clima di vivace interesse per la “sintesi delle arti” e la collaborazione tra progettisti e artisti visivi proprio del secondo dopoguerra,  rappresentava un aspetto importante nella carriera di ogni ceramista, e che viene documentata in mostra attraverso bozzetti, piccoli pannelli e ingrandimenti fotografici) e infine, i ritratti, che costituiscono un momento di continuità con la scultura, e nei quali Tilocca adotta un linguaggio più composto e classicheggiante e un tono spesso lievemente venato di malinconia, senza per questo dimenticare la ricchezza di spunti cromatici tipica del resto della sua produzione.

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