MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Capolavori del '900

Dall'avanguardia futurista al ritorno all'ordine

05.03  -  06.06.2010

La mostra rinnova una felice collaborazione tra il MAN di Nuoro e il MART di Trento e Rovereto e propone, dal 5 marzo al 6 giugno, uno straordinario excursus dall’avanguardia futurista al ritorno all’ordine con oltre sessanta opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Medardo Rosso, Gino Severini, Alberto Savinio, Mario Sironi, provenienti dalle collezione del prestigioso museo italiano che come il MAN in pochi anni si è trasformato in un punto di riferimento imprescindibile nel panorama della ricerca sull’arte moderna e contemporanea.

“Capolavori del ’900 italiano. Dall’Avanguardia al Ritorno all’ordine” vuole essere l’occasione di approfondire la conoscenza del lavoro di ricerca e di sperimentazione di alcuni dei principali Maestri italiani del primo ’900, a dimostrazione di quanto straordinario fu il contributo che essi seppero
dare allo svecchiamento della cultura artistica italiana e soprattutto al suo posizionamento nell’ambito delle avanguardie internazionali.

Progettata come un percorso di stanze monografiche, l’esposizione si concentra sui primi trenta anni del novecento, anni, com’è ben noto, di forte rinnovamento in campo artistico, economico e sociale. Aprono il percorso espositivo della mostra, tre straordinarie sculture in cera di Medardo Rosso, messe in stretto dialogo con alcuni preziosi dipinti divisionisti di Boccioni, Balla e Severini, che proprio al movimento
scientifico del tardo ottocento, devono le loro prime esperienze pittoriche.

Nelle sale dedicate a Carlo Carrà, Gino Severini e Giacomo Balla, si possono ammirare una serie di opere, vere e proprie icone della loro produzione, a partire dalla precoce sperimentazione futurista, fino al ritorno al classico, che caratterizza, ad eccezione di Balla, il loro lavoro negli anni Venti. Tra i maestri conclamati della pittura italiana di quegli anni c’è Mario Sironi, rappresentato in mostra da alcuni capolavori del 1925
ma anche da una serie di studi preparatori per opere monumentali degli anni Trenta.

La figura di Giorgio de Chirico occupa un ruolo centrale a riprova di quanto fondamentale fu il suo contributo alla storia della pittura italiana di quei decenni. Grazie ad alcuni preziosi dipinti è possibile approfondire la conoscenza del suo lavoro, ispirato alla sapienza degli antichi Maestri e alla mitologia greca. Fa da corollario all’esperienza di de Chirico, quella più orientata in senso surreale del fratello Alberto Savinio, anch’egli autore di magnifiche tele a tema mitologico, opere di grande efficacia narrativa.

L’opera di Giorgio Morandi chiude l’esposizione con alcune magistrali nature morte e due paesaggi, tutti dipinti che appartengono a quella pittura del silenzio, che negli anni della dittatura oppose la sua apparente semplicità narrativa al clamore della retorica fascista.

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