MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro

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Caratteri ereditari e mutazioni genetiche

Dal Novecento ad Oggi - Terzo appuntamento

19.07  -  02.09.2012

Il terzo appuntamento del ciclo Caratteri ereditari e mutazioni genetiche ha visto la partecipazione di sei giovani artisti sardi: Roberto Fanari, Fabiola Ledda, Pierpaolo Luvoni, Tonino Mattu, Lorenzo Oggiano e Francesca Randi.

Roberto Fanari (1984) produce oggetti e personaggi, realizzati con il filo di ferro, immersi in uno spazio invisibile. La linea, elemento essenziale di tutto il lavoro, disegna e costruisce lo spazio, ricostruendo il contesto assente, vero protagonista del lavoro. Il vuoto, la trasparenza, la fitta trama di filo, assumono una valenza quasi cromatica. Come nella Stanza delle Meraviglie, sorta di personale collezione sulla linea delle Wunderkammer, o Seconda B, un gruppo di bambini “in gita” tra le stanze del museo.

Fabiola Ledda (1971), sarda nata in Germania, è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove vive e lavora. Indaga una molteplicità di linguaggi: fotografia, pittura, installazione, performance, azione scenica, interventi di natura ritmica e sonora. La sua ricerca è orientata prevalentemente su tematiche di denuncia sociale. Esordisce nel 1995 in contesti di sperimentazione e interazione fra i linguaggi. Questo la porta a collaborare con grandi personalità della letteratura e dell’arte in varie parti d’Europa (Parigi, Berlino, Sarajevo, Heidelberg, Paesi Baschi, Napoli).

Pierpaolo Luvoni (1979), nato ad Alghero, vive e lavora a Porto Torres (SS). Si diploma in scultura presso l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari (dove è attualmente docente) e frequenta poi una residenza alla Summer Academy in Austria. Ha all’attivo diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Il lavoro presentato in mostra concentra l’attenzione su un oggetto come la boa, punto fermo in un organismo mutevole e mobile. Il suo fascino sta nell’essere fissa nella mutevolezza, un punto fisso e irremovibile nel divenire delle cose, libero o forse condannato.

Tonino Mattu (1979) rivolge la sua ricerca alla creazione di immagini ispirate da una visione comparatistica e critica degli avvenimenti storici e dei fenomeni sociali e mediatici. Il lavoro spesso consiste nella rielaborazione d’immagini d’archivio, cambiandone le coordinate storiche e temporali, in maniera tale da creare un ponte tra passato e presente. Sono frequenti anche i riferimenti all’iconografia religiosa tradizionale e al mondo dei mass media. Una ricerca volta a riscrivere a ritroso un passato mai esistito e a prospettare un futuro già accaduto.

Lorenzo Oggiano (1964) lavora con fotografia, video, new media, installazioni e assemblaggi. Laureato in arti visive all’Università degli studi di Bologna (D.A.M.S.) con una tesi sui rapporti tra arti e nuove tecnologie, dai primi anni novanta è impegnato in una ricerca artistica e teorica sulle mutazioni biologiche, sensoriali e cognitive indotte dalle nuove tecnologie e sulle potenzialità estetico-comunicative dei nuovi media. Dal 2003 lavora al ciclo Quasi-Objects, una pratica di “re-design organico” orientata alla produzione di organismi ed ecosistemi di sintesi che intende stimolare il pensiero e il dialogo intorno alla progressiva relativizzazione delle forme di vita naturali a seguito dell’evoluzione tecno-biologica.

Francesca Randi (1976), attraverso il mezzo fotografico, sviluppa uno stile personale, onirico e pensoso, duro e malinconico, con un immaginario fortemente surreale. L’identità femminile e maschile, l’infanzia e l’adolescenza, il teatro off come fuga dai ruoli convenzionali, il paesaggio notturno in movimento, in bilico tra l’incubo quotidiano e la solitudine esistenziale, il doppio e il perturbante: sono alcuni dei temi affrontati dall’artista. Attualmente vive e lavora tra Cagliari e Bologna come fotografa e designer e collabora con varie gallerie d’arte italiane ed estere. 

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